martedì 7 novembre 2023

Crostata d'Autunno

L'autunno, una stagione magica che trasforma i paesaggi in una vera e propria opera d'arte e ci regala uno spettacolo di colori. Una stagione ricca di doni preziosi, come i prodotti della terra che tornano sulle nostre tavole. In cucina, l'autunno si arricchisce di sapori speciali e la regina dell'orto diventa la protagonista indiscussa: la zucca. Questo incredibile ingrediente si presta a infinite ricette, tutte gustose e delicate. Oggi vi propongo un'autentica delizia: la Crostata d'Autunno. É composta da un guscio di pasta frolla che abbraccia un ripieno straordinario, con la zucca come protagonista e l'avvolgente profumazione della cannella. Unendo a questo mix mandorle, liquore e agrumi, otteniamo un sapore unico. Già mentre cuoce nel forno, questa crostata sprigiona un meraviglioso profumo che riempirà la vostra cucina di calore. Siete pronti per iniziare un viaggio culinario attraverso i sapori autunnali? Preparatevi a scoprire il segreto di questa crostata che conquisterà il vostro palato con la sua magia!








Ingredienti Per la Frolla al Cacao:
420g di farina 00
200g di burro
200g di zucchero a velo
80g di cacao
3 uova
La scorza di un limone
2g di lievito per dolci
Un cucchiaino di cannella
Un pizzico di sale

Per la Frolla dei Biscotti
250g di farina 00
100g di burro
100g di zucchero a velo
Un cucchiaino di cannella
Un uovo + un tuorlo
La scorza grattugiata di un limone

Per il Ripieno
700g di zucca già pulita
200g di mandorle
200g di zucchero
100ml di panna fresca per dolci
50ml di amaretto Disaronno
3 uova
Un cucchiaio di pasta d'arancia
3g di cannella
Un pizzico di noce moscata

Procedimento:
Nella ciotola della planetaria versare il burro morbido, lo zucchero e un pizzico di sale. Impastare con il gancio a foglia. Una volta che il burro ha assorbito lo zucchero, aggiungere le uova, una alla volta. Unire la farina, il cacao, il lievito, la cannella setacciati e continuare a impastare fino a far assorbire tutte le polveri. Formare un panetto, avvolgerlo nella pellicola e farlo riposare in frigo per qualche ora (ancora meglio preparato il giorno precedente). Procedere allo stesso modo per la frolla dei biscotti.
Pulire la zucca privandola della buccia, dei semi e dei filamenti, lavarla e tagliarla a fette. Metterla su una teglia coperta da carta forno e farla cuocere per circa 20 minuti a 180° in forno preriscaldato. Lasciarla raffreddare e frullarla con un frullatore a immersione o con un passaverdure. Ottenuta la purea versarla in una ciotola e aggiungere le uova, le mandorle tritate grossolanamente, lo zucchero, il cucchiaio di pasta d'arancia, l'amaretto, la panna, la cannella, la noce moscata e mescolare per bene il tutto. Stendere con un mattarello la frolla su di un piano leggermente infarinato e rivestire uno stampo per crostate quadrato di 24cm per lato. Versare il ripieno nella frolla, livellarlo e far cuocere nel forno caldo a 170° per circa 50/60 minuti. Nel frattempo ottenere dei biscotti a forma di foglia intagliandoli dall'altra frolla, spennellarli leggermente con un po' di acqua e cacao e cuocerli in forno caldo a 170° per 15/20 minuti. Sfornata la crostata e i biscotti, lasciar intiepidire e decorare a piacere.

venerdì 13 ottobre 2023

Timballo di Anelletti Siciliani

Si sa, i piatti della tradizione siciliana, sono veri scrigni di sapori e storie millenarie. Quello che vi propongo oggi è un piatto che celebra la cultura e le influenze che hanno plasmato questa meravigliosa isola nel cuore del Mediterraneo. Il protagonista indiscusso di questa ricetta sono gli anelletti, una forma di pasta a cerchio che richiama i gioielli delle donne arabe. La storia di questa pasta è avvolta da leggende e racconti affascinanti. Molte zone del palermitano ospitano ancora antichi mulini importati dagli arabi, i quali non solo inventarono la forma degli anelletti, ma anche la tradizione dei timballi, un'arte culinaria tramandata di generazione in generazione. Sin dai tempi della dominazione araba in Sicilia, questa ricetta è stata parte integrante di ogni pranzo tradizionale che si rispetti. I saraceni, maestri della cucina mediterranea, svilupparono il "Timballo di Pasta" come la prima tecnica di cottura che divenne parte integrante della cultura culinaria siciliana. La ricetta originale prevedeva l'uso della toma, ma nel corso dei secoli, ha subito diverse variazioni e adattamenti, senza mai perdere il suo fascino intramontabile. Oggi, condivido con voi una delle tante versioni, un piatto che rappresenta la Sicilia nella sua forma più autentica. Un viaggio culinario attraverso le ricette siciliane, un patrimonio di sapori e storie che vi porterà a scoprire il Timballo di Anelletti Siciliani, dove le melanzane fungono da recipiente perfetto per incastonare la pasta tipica di questo piatto, un capolavoro gastronomico che vi farà sentire come se foste nel cuore della Sicilia.





Ingredienti:
500g di anelli siciliani
4 melanzane medie
3 uova sode
250g di provola
150g di salame a cubetti
150g di parmigiano grattugiato
150g di caciocavallo fresco
Pane grattugiato q.b.

Per il Ragù:
300g di macinato di vitello
300g di macinato di maiale
100ml di vino rosso
800g di polpa di pomodori
Un cucchiaio di concentrato di pomodoro
200g di piselli
2 carote
Una cipolla media
Una costa di sedano
Olio e.v.o. q.b.
Sale q.b.
Basilico q.b.

Per la Frittura:
600ml di olio di semi di arachide

Procedimento per il Ragù:
Tritare finemente cipolla, sedano, carota e far soffriggere nell'olio d'oliva. Dopo circa 10 minuti aggiungere la carne, salare, rosolare e sfumare con il vino bianco. Aggiungere il cucchiaio di concentrato di pomodoro sciolto in un po' di acqua calda e la polpa di pomodoro. Far cuocere per un paio d'ore e aggiungere i piselli 10 minuti prima della fine della cottura.

Per le Melanzane:
Lavare le melanzane e tagliarle a fette dello spessore di un centimetro. Metterle in un colapasta con del sale grosso per circa 30 minuti. Trascorso il tempo necessario sciacquarle e asciugarle. Tagliare a cubetti 2 o 3 fette e friggere il tutto nell'olio di semi di arachide fino a doratura. Scolarle e metterle su carta assorbente.

Assemblaggio:
Tagliare a dadini la provola, il caciocavallo, il salame e le uova sode. Ungere la teglia e cospargere con il pane grattugiato. Disporre le fette di melanzane in senso verticale, facendole uscire dalla teglia e sovrapponendole di un centimetro l'una all'altra. Continuare sul fondo fino a ricoprire del tutto. Lessare la pasta lasciandola molto al dente. Scolare e condirla con un paio di mestoli di ragù e una manciata di parmigiano. Mescolare il tutto. Versare dei mestoli di pasta nella teglia, compattare con un cucchiaio e iniziare gli strati con la provola, il caciocavallo, il salame, le uova, il parmigiano, le melanzane a cubetti e altre cucchiaiate di ragù. Versare altri mestoli di pasta, fare un altro strato e continuare fino alla fine degli ingredienti. Ricoprire con altre fette di melanzane e ripiegare all'interno quelle laterali. Spolverare con un po' di pane grattugiato. Cuocere in forno caldo a 180° per 30 minuti circa. Far intiepidire e sformare.


sabato 30 settembre 2023

Trippa alla Romana

Sabato trippa! Eh sì, davanti alle trattorie romane, ancora oggi si legge così. Questa esclamazione ci trasporta direttamente nella tradizione culinaria italiana, dove il sabato era il giorno dedicato alla macellazione e al consumo della trippa fresca. Questo piatto è da sempre stato protagonista della cucina povera italiana, una celebrazione della creatività culinaria nata dalla necessità di utilizzare ogni parte dell'animale.
Oggi vi porto alla scoperta di un piatto che ha attraversato i secoli e le generazioni, rimanendo ancorato alla sua umile origine: la Trippa alla Romana.
La sua storia antichissima risale ai tempi dei greci e dei romani, le cui influenze gastronomiche hanno plasmato la cucina italiana nel corso dei secoli. Fonti letterarie del '400 attestano che esistevano botteghe o ambulanti tripparoli che preparavano questa pietanza per pochi soldi, rendendola accessibile anche alle classi meno abbienti.
Persino Dante Alighieri, l'illustre poeta, menzionò la trippa nelle sue opere, sottolineando così la sua presenza nella cultura italiana fin dall'epoca medievale. Ma la trippa non si limita alla letteratura italiana, è stata addirittura menzionata nella letteratura straniera, con autori del calibro di Shakespeare e Dickens che ne fanno cenno.
Tradizionalmente, la trippa veniva preparata subito dopo la macellazione, garantendo freschezza e autenticità al piatto. Tuttavia, con il passare del tempo, questo cibo semplice ha subito una trasformazione incredibile ed è diventato un piatto molto ricercato in cucina.
La trippa è ricavata da diversi punti dello stomaco e l'attuale versione che si trova in vendita è già lavata e prelessata, pronta per essere trasformata in una delizia culinaria. Ricca di proteine e povera di grassi, la trippa è diventata una scelta sana e gustosa per i buongustai di tutto il mondo.
Oggi, vi propongo di immergervi nella tradizione culinaria con la ricetta della Trippa alla Romana. Gli ingredienti che caratterizzano questo fantastico piatto sono la mentuccia (o menta romana) e il pecorino che conferiscono un sapore unico e irresistibile. Preparatevi a scoprire un piatto che unisce il passato e il presente in un'esplosione di gusto italiano.








Ingredienti
1kg di trippa (pulita e precotta)
500g di pomodori pelati San Marzano
Un cucchiaio di concentrato di pomodoro
150g di pecorino romano
100ml di vino bianco
2 carote
2 coste di sedano
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
2 foglie d'alloro
La buccia di un limone
Sale q.b.
Peperoncino q.b.
Menta romana o mentuccia q.b.
Olio e.v.o. q.b.

Procedimento
In una pentola, mettere l'acqua con l'alloro, il sale e la buccia del limone e portare a ebollizione. Aggiungere la trippa precedentemente lavata e far cuocere per circa 10 minuti. Scolare, asciugare la trippa e tagliarla a listarelle. Preparare il soffritto con le carote, il sedano, la cipolla e l'aglio, far rosolare in abbondante olio. Mettere nel tegame insieme al soffritto la trippa, far rosolare per qualche minuto, salare, aggiungere il vino e far evaporare. Aggiungere il peperoncino, il concentrato di pomodoro e i pomodori pelati schiacciati. Mescolare bene e far cuocere per 30/35 minuti circa. Spegnere, aggiungere la menta spezzettata a mano e un'abbondante grattugiata di pecorino. Mescolare di nuovo e impiattare.

giovedì 13 luglio 2023

Polpette di Ricotta al Sugo

Amo queste polpette. Profumate, morbide e saporite, sono un vero piacere per il palato. La loro preparazione è molto semplice e il risultato finale è sempre straordinario. Le polpette di ricotta al sugo sono un classico della cucina italiana, un piatto che riporta alla mente i sapori genuini e autentici. Non può mancare la scarpetta, quella meravigliosa abitudine di intingere una bella fetta di pane casareccio nel sugo. È un gesto che esalta ancora di più i sapori e rende il pasto completo. Per realizzare queste polpette, è possibile utilizzare qualsiasi tipo di ricotta, l'importante è che sia ben scolata dal siero. In questo modo, otterremo delle polpette dalla consistenza perfetta, morbide e cremose al centro. Questo secondo piatto è squisito sia servito caldo che freddo, il che lo rende perfetto per le stagioni più calde. Inoltre, è possibile prepararlo in anticipo e riscaldarlo poco prima di servirlo, così da avere tutto il tempo per godersi la compagnia degli ospiti. Con queste polpette in cucina, si sentirà un profumo meraviglioso che si diffonde per tutto l'ambiente. È un'aroma che stimola l'appetito e fa venire l'acquolina in bocca. Farete un figurone presentando un piatto così delizioso e invitante. Per un sapore più deciso, si può sostituire il parmigiano con del pecorino. Questo formaggio aggiunge una nota di carattere che si sposa perfettamente con la delicatezza della ricotta. Aggiungere un mazzetto di basilico fresco durante la preparazione renderà le polpette ancora più profumate ed invitanti. Le polpette di ricotta al sugo possono essere fritte o cotte al forno, a seconda delle preferenze personali. Entrambe le varianti sono deliziose e offrono una consistenza diversa, ma entrambe garantiscono un risultato gustoso. Inoltre, ci sono tante varianti di questa ricetta, ognuna delle quali aggiunge un tocco personale e unico al piatto. Si possono aggiungere spezie, erbe aromatiche o altri ingredienti per personalizzarle a proprio piacimento. Queste polpette sono talmente buone che spariscono subito dalla tavola. Sono anche un'ottima soluzione per riutilizzare il pane raffermo, trasformandolo in un secondo piatto semplicemente buono che sa di casa.





Ingredienti
400g di ricotta di bufala
120g di parmigiano reggiano
150g di mollica di pane raffermo
Un uovo
Sale q.b.
Pepe macinato fresco q.b.
Prezzemolo q.b.

Per il Sugo
400g di polpa di pomodoro
Uno spicchio d'aglio
Sale q.b.
Olio e.v.o q.b.
Un mazzetto di basilico

Procedimento
Far scolare dal suo serio la ricotta in un canovaccio da cucina per un'intera notte. In una ciotola mettere la ricotta, la mollica, il parmigiano, l'uovo, il sale, il pepe ed il prezzemolo tritato finemente. Impastare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo. Mettere in frigo per un'oretta. In un tegame mettere l'olio con lo spicchio d'aglio e farlo rosolare. Aggiungere la polpa di pomodo, il sale e far cuocere per 10 minuti circa. Formare le polpette di circa 28/30g e passarle nella farina eliminandone l'eccesso. Tuffarle nel sugo e far cuocere per 15 minuti circa a fuoco basso. Girarle delicatamente. Aggiungere il basilico fresco spezzettato ed eliminare l'aglio.

sabato 4 febbraio 2023

Lagane e Ceci (Uaghënë e ccicërë)

La ricetta che vi propongo oggi, è probabilmente il piatto più rappresentativo della Basilicata, ricco di sapori semplici e autentici. Le "Lagane con i Ceci" sono un piatto antichissimo, tanto da venir menzionato dal latino Orazio, poeta di Venosa, nelle sue satire scritte tra il 35 a.C. e il 30 a.C. in un famoso versetto:

"...inde domum me ad porris et ciceri refero laganique catinum."
("...quindi me ne torno a casa, al mio piatto di porri, di ceci e di lagane")
[Orazio, Satire, 1,6,114]

Gli studi suggeriscono che questa, sia la prima menzione della ricetta nella storia.
Il termine "Lagane" risale alla fine del XIX secolo e proviene da uno pseudonimo dato ai briganti che popolavano i boschi del Vulture "Scolalagane". A causa della loro passione per la pasta e i legumi, questa ricetta, viene anche chiamata il piatto dei briganti. La versione originale non include il pomodoro, ma alcune fra le tante varianti, possono includere ingredienti come aglio, cipolla e polvere di peperone crusco.




Ingredienti
500g di farina di semola di grano duro
Acqua tiepida q.b.
400g di ceci secchi
Un porro
Olio e.v.o. q.b.
Sale q.b.
Un cucchiaino di bicarbonato

Procedimento
Mettere in ammollo i ceci per circa 12 ore in acqua tiepida con un pizzico di bicarbonato. Su di una spianatoia versare la farina, formare una fontana ed unire un po' alla volta l'acqua tiepida con un pizzico di sale sciolto all'interno. Lavorare l'impasto fino ad ottenere un panetto liscio ed omogeneo. Coprire con una ciotola e far riposare per circa 30 minuti. In un'ampia padella far rosolare il porro nell'olio ed aggiungere i ceci precedentemente cotti e scolati. Dopo il riposo della pasta, riprendere il panetto e con l'aiuto del matterello, formare una sfoglia di circa 2mm (si può utilizzare anche una sfogliatrice). Una volta raggiunto lo spessore, arrotolare la sfoglia con un pò' di farina di semola e con un coltello dalla lama liscia, ricavare delle strisce dalla larghezza di 2,5/3cm. Dopo aver ottenuto le lagane, spolverizzarle con altra farina di semola, allargarle sulla spianatoia e lasciarle asciugare. Portare a bollore dell'acqua con il sale in una pentola piuttosto grande e cuocere le lagane per un minuto. Con l'aiuto di un acchiappaspaghetti, versare la pasta nel tegame con i ceci e far mantecare per 2 minuti con un po' di acqua di cottura in modo da far assorbire tutti gli aromi e far rilasciare l'amido. Impiattare e servire caldo. 

martedì 23 agosto 2022

Insalata di Pasta con Polpo

La preparazione del piatto che vi propongo oggi, è molto semplice e sono sicura che una volta provato, non ne potrete fare più a meno. Diventerà il protagonista dei vostri menù.
Il polpo è uno dei molluschi più prelibati e apprezzati in tavola per la sua freschezza e genuinità e l'aromatica citronette ne esalta con semplicità il sapore rendendolo un piatto speciale. La citronette è una salsa della tradizione culinaria francese ed è utilizzata per insaporire carni bianche, pesce, insalate, ecc. Consiglio, per una buona salsa, la scelta di ottimi limoni biologici. 





Ingredienti
500g di Calamarata trafilata in bronzo
2 polpi di 700g circa
Un mazzetto di prezzemolo
2 limoni della Costiera Amalfitana
Olio e.v.o. q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.
2 foglie di alloro

Procedimento
In una pentola mettere l'acqua, una foglia di alloro, la scorza di un limone, un pizzico di sale e portare ad ebollizione. Dopo aver sciacquato il polpo sotto l'acqua corrente, immergerlo per arricciare le punte dei tentacoli per tre o quattro volte, immergerlo completamente e farlo cuocere per circa 40 minuti a fuoco medio. Con una schiumarola eliminare la schiuma che si forma in superficie. Far intiepidire il polpo e trasferirlo su di un tagliere eliminando gli occhi ed il becco. Pulire l'interno della testa, tagliarlo in pezzetti di circa 1 cm e versare il tutto in una ciotola. Tritare finemente il prezzemolo eliminando i gambi. In uno shaker (o in un vasetto), versare il succo dei limoni con il sale e shakerare bene fino a farlo sciogliere. Aggiungere l'olio e continuare ad emulsionare fino a che non diventi denso e assuma un colore opaco. Insaporire la citronette con il prezzemolo tritato e versare sul polpo. In una pentola lessare la pasta, scolarla e versarla nella ciotola del polpo. Aggiungere la scorza di limone grattugiata, mescolare bene ed impiattare. 

giovedì 19 maggio 2022

Favette Fresche con le Bucce, Biete e Finocchietto Selvatico (Gungoo ch'i Jetë e u Fënucchjë Soavaggë)

La primavera ci regala sapori e colori meravigliosi ed è proprio in questa stagione che possiamo assaporare questo piatto semplice ma buonissimo. Qualche giorno fa, mi sono state donate delle favette che hanno stimolato da subito la voglia di assaggiare questo piatto della tradizione contadina, raccontatomi da colei che mi ha omaggiato di questo prezioso dono. Queste fave, così piccole, si consumano con le bucce e per renderle molto più saporite, si aggiungono il finocchietto selvatico e le bietoline. Il connubio è meraviglioso ed il finocchietto non può mancare perché dona al piatto un sapore fresco e mediterraneo. Questa ricetta, consumata fin dall'antichità, era considerata un primo piatto, diversamente da oggi che potremmo servirla come un ottimo contorno. La pianta delle fave, della famiglia delle leguminose era utilizzata già in epoca romana, essendo uno dei legumi più antichi, ne veniva fatto grande uso. Veniva coltivata in Europa e la sua storia è un intreccio fra riti e pregiudizi. Nel tempo, la fava passò da cibo delle classi facoltose ad alimento di sopravvivenza per le famiglie più povere.





Ingredienti
1kg di favette fresche
Un mazzetto di finocchietto selvatico
Un mazzetto di bietoline selvatiche
1 spicchio d'aglio
Peperoncino q.b.
Polvere di peperoni cruschi q.b.
Olio e.v.o. q.b.
Sale q.b.

Procedimento
Lavare bene i beccelli, il finocchietto e le bietoline. Con l'aiuto di un coltello, eliminare dalle favette, le estremità ed i filamenti laterali senza inciderle troppo per non farle aprire durante la cottura. Cuocere per circa 12/15 minuti in acqua bollente salata. Aggiungere il finocchietto e far cuocere per 4/5 minuti, unire le bietoline e continuare la cottura per altri 2 minuti. Scolare il tutto. In una padella, rosolare l'aglio nell'olio, aggiungere il peperoncino ed un cucchiaino di polvere di peperone crusco. Versare le favette, il finocchietto e le bietoline nel tegame dell'olio, regolare di sale e far insaporire per qualche minuto. Impiattare.










giovedì 24 marzo 2022

La Siritide

Infinitamente grazie a Ferdinando Cuccaro ed a La Siritide per l'articolo e l'intervista appena pubblicata. Una grande emozione che ho il piacere di condividere con tutti voi.



🠊 La ricetta 🠈


mercoledì 16 marzo 2022

Cestini di Parmigiano con Ricotta di Pecora e Patè di Peperoni Cruschi

Per il piatto di oggi, ringrazio l'azienda agricola "Masseria Casa Arleo" di Senise che mi ha omaggiata di alcuni loro prodotti davvero ottimi che mi hanno ispirata un antipasto molto particolare, scenografico e stuzzicante. Questi cestini di parmigiano, sono una vera prelibatezza che si prepara in pochi minuti, ideale, oltre che come antipasto, anche come aperitivo fra amici o per un buffet. Preparandoli più piccoli, sono perfetti come finger food. Semplicità che si trasforma in un piatto bello da vedere e molto gustoso, grazie a prodotti di prima qualità.




Ingredienti
500g di ricotta di pecora
100g di parmigiano grattugiato
Patè di Peperoni Cruschi di Senise q.b.
Peperoni Cruschi q.b.

Per i cestini:
300g di parmigiano grattugiato

Procedimento
In un tegame antiaderente versare 2 o 3 cucchiai di parmigiano grattugiato dandogli la forma di un cerchio e farlo sciogliere a fuoco medio fino a quando non si formeranno delle bolle. Togliere il tegame dalla fiamma, far raffreddare leggermente, capovolgere il disco ancora caldo su una ciotolina coperta da carta alluminio, modellare dandogli una forma orlata e far raffreddare. In una ciotola, lavorare con una spatola la ricotta, aggiungere il parmigiano grattugiato e del peperone crusco ridotto in scaglie. Mettere la crema in una sac à poche con un bocchetta a forma di stella e riempire i cestini. Con l'aiuto di 2 cucchiaini, formare delle quenelle con il patè di peperoni cruschi, adagiarle sulla crema di ricotta e servire.

venerdì 11 marzo 2022

A Ucurdë (La Licurda - Zuppa di Cipolle)

Con la ricetta di oggi, continua il mio viaggio nella tradizione culinaria. Conosciuto con nomi diversi, sto parlando di quella che per noi del sud è la Licurda, un nome che sa di altri tempi per un piatto poverissimo che ha come ingrediente principale la cipolla ed il pane raffermo. Il nome Licurda deriva da "leccornia" e vista la bontà, non poteva avere nome più adatto. Semplicissima da preparare, questa zuppa, ricorda a tutti gli effetti i sapori e gli odori del passato, un'antica minestra fatta di cose povere, prodotti della terra che veniva consumato dai contadini anche per colazione e che serviva a recuperare il pane raffermo in un periodo storico in cui il pane, veniva fatto una volta a settimana o anche ogni 15 giorni. Per arricchire il piatto, si inseriva un uovo per ogni commensale e questa zuppa veniva servita a centro tavola affinché tutti potessero mangiare dallo stesso piatto. Ottima anche con l'aggiunta di peperoncino a piacere o d'estate con degli ottimi peperoni di stagione.




Ingredienti
3 cipolle medie
350g di pane casereccio raffermo
2 pomodori medi
3 uova
600/700ml di acqua
Sale q.b.
Olio e.v.o. q.b.
Peperoncino q.b. (a piacere)

Procedimento
In un tegame, rosolare nell'olio le cipolle precedentemente affettate per 10/15 minuti. Unire i pomodori tagliati a cubetti e far cuocere per altri 15 minuti. Aggiungere l'acqua, il sale e far bollire per 30 minuti circa. Creare degli spazi nel tegame, aggiungere le uova, coprire con il coperchio e far cuocere 3 o 4 minuti. Tagliare a tozzetti non troppo piccoli il pane e disporlo in un piatto fondo da portata. Versare la zuppa sul pane facendo attenzione a non rompere le uova, coprire con un coperchio per una trentina di minuti in modo che il pane assorba i liquidi e servire.

martedì 1 marzo 2022

Dolce Napoli - 100 ricette dei maestri pasticceri

Sono estremamente felice di condividere con voi questa sorpresa ricevuta, la pubblicazione di una mia ricetta sul libro "Dolce Napoli - 100 ricette dei maestri pasticceri campani". Ringrazio il direttore Luciano Pignataro, la dolcissima Carmen Autuori, Il Mattino ed il mulino Caputo - Il Mulino di Napoli per avermi inserita in questa splendida raccolta di ricette che contribuirà a tramandare la meravigliosa tradizione dolciaria campana. Potete trovare il libro in tutte le edicole. Infinitamente grazie.





venerdì 3 dicembre 2021

Lussekatter (Occhi di Santa Lucia)

É ufficialmente cominciato il periodo natalizio, le città si iniziano ad illuminare e nelle case spuntano i primi alberi addobbati. Perchè allora non portarci avanti con qualche meravigliosa ricetta a tema da riproporre durante le feste? Quella che vi consiglio, è una ricetta della tradizione svedese che si prepara in onore di Santa Lucia, i Lussekatter (Occhi di Santa Lucia). Da tradizione, durante questa festa pagana molto sentita che si festeggia il 13 dicembre, i bambini, intonando canzoni natalizie in tutto il paese, sfilano vestiti di bianco con un nastro di seta rosso attorno alla vita, portando candele per illuminare quella che è considerata in Svezia, la notte più buia e mistica d'inverno, dove si pensava che gli spiriti maligni venissero fuori. I Lussekatter, legati a questa festa, sono delle morbide briochine allo zafferano, dal colore giallo acceso che rappresenta la luce che illumina questo giorno, come Santa Lucia, portatrice di luce e protettrice della vista, motivo per cui vengono aggiunti 2 chicchi di uva passa su ogni brioche a simboleggiare i suoi occhi. Perfette per essere inzuppate nel latte, possono avere varie forme ma la tradizionale è a "S". Alcune varianti, non prevedono il formaggio nell'impasto ma trovo che utilizzandolo siano molto più morbide, inoltre per renderle più leggere ho utilizzato l'olio al posto del burro e vi assicuro che la loro bontà non ha eguali.






Ingredienti
250g di farina manitoba
250g di farina 00
150g di zucchero
150g di formaggio Philadelphia
3 bustine di zafferano
80ml di olio di girasole
150ml di latte
Un uovo + 1 per spennellare
5g di lievito di birra secco
Uvetta q.b.
Un pizzico di sale

Procedimento
Riscaldare il latte e scioglierci lo zafferano. Setacciare le farine, versarle nella ciotola della planetaria insieme al lievito secco e mescolare. Unire lo zucchero, l'uovo, l'olio, il formaggio ed il latte. Impastare il tutto ed ottenere un panetto liscio e morbido. Trasferire l'impasto in una ciotola infarinata e coprirla con un canovaccio. Lasciar lievitare per 2 ore o fino al raddoppio. Trascorso il tempo di lievitazione, prendere l'impasto, sgonfiarlo leggermente e dividerlo in pezzi di circa 50g, formare dei cilindri di circa 30cm ed arrotolarli su se stessi formando una "S". Disporre le briochine su di una teglia rivestita di carta forno, lasciar lievitare per 30/35 minuti, spennellare con l'uovo sbattuto e mettere l'uvetta al centro di ogni spirale. Infornare in forno preriscaldato per 10/15 minuti circa a 180°.